17 giugno 2009

La traduzione gotica

Posted in Traduzione testi sacri a 09:34 di carla87p

UlfilasL’opera di Ulfila può essere considerata più che una traduzione fedele un adattamente sia dal punto di vista contenutistico che lingistico. Nonostante la coscienza di tradurre un testo sacro, Ulfila volle rendere il tetso biblico più rispondente alle esigenze culturali del suo popolo, tanto da eliminare un intero libro, il Libro dei Re, il cui contenuto era considerato eccessivamente bellicoso. Ritenendo poco opportuno che i Goti, popolo bellicoso per natura, leggesse questo libro, egli antepose, non soltanto in questa circostanza, alla sacralità del tetso l’esigenza di riadattamento culturale, tanto che la sua traduzione non fu mai accettata dalla Chiesa.

La traduzione di Ulfila costituisce il primo testo in gotico, l’inizio della letteratura di un popolo. L’opera di traduzione non dovette essere affatto un’impresa facile. Innanzitutto Ulfila dovette inventare un vero e proprio alfabeto, l’alfabeto gotico. Egli inventò dei caratteri che erano simili per lo più a quelli greci, ma alcuni si rifacevano a lettere latine e runiche. Il valore sacrale dell’opera contribuì ad aumentare le difficoltà di traduzione. Notevoli furono le difficoltà a livello lessicale, Ulfila infatti estese il vocabolario gotico ricorrendo a prestiti semantici, dando a termini già esistenti nuovi significati. Ricorse anche alla creazione di sostantivi composti e derivati, in altri casi, non esistendo termini simili li prese direttamente in prestito dal greco.

Bibliografia:”Tradurre i cocci di Babele” A. Di Sparti

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